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Animali bestiali e dove trovarli: parliamo del cinghiale!

Il cinghiale è sicuramente il più noto tra gli animali che popolano il parco di Stupinigi ma anche il più sconosciuto e misconosciuto. Di questo animale spesso non abbiamo una vera consapevolezza basata sulla scienza ma fondata sui sentito dire e sui luoghi comuni.

Vediamo allora di conoscerlo meglio e di sfatar alcune false credenze.

Il cinghiale è una specie molto prolifica: una scrofa partorisce dai 2 ai 10 piccoli (con una media di 6). I parti avvengono durante tutto il corso dell’anno anche se con maggior frequenza nel periodo tra aprile e giugno.

Il fatto di vedere in qualsiasi mese madri con piccoli al seguito è proprio conseguenza di questa distribuzione dei parti spalmata su tutto l’anno.

Sfatiamo alcuni miti sul cinghiale

Tuttavia, è un mito il fatto che la stessa scrofa partorisca due volte l’anno.

Sebbene alcuni studiosi francesi lo ritengano teoricamente possibile, non è mai stato davvero documentato.

Un altro mito è quello che vuole il cinghiale aggressivo nei confronti dell’uomo.

Questa falsa credenza è spesso fomentata da una parta di giornalisti che condiscono con titoli accattivanti i loro articoli di cronaca.

Spesso però, approfondendo la lettura, ci si rende conto che il comportamento aggressivo del cinghiale altro non che la conseguenza delle ferite procurategli dallo stesso cacciatore poi attaccato.

Il cinghiale non ha alcun interesse ad offendere se non ci sono fondati motivi.

Che la scrofa con i piccoli sia più aggressiva verso gli uomini è un’altra falsità.

La femmina di cinghiale proteggerà i suoi piccoli guidandoli in zone più tranquille e isolate, senza cercare la rissa con l’uomo.

Personalmente ci è capitato di osservare scrofa e cinghialetti che grufolano nel bosco e, a pochi metri di distanza, ignari corridori intenti a fare esercizi ginnici: ognuno ignorava bellamente la presenza degli altri.

Le cose cambiano se noi dovessimo toccare uno dei piccoli in questione; la madre diventerebbe allora davvero aggressiva, come tutte le mamme quando mettiamo in pericolo i loro cuccioli.

Potrebbe succede che un cinghiale spaventato, attraversando una delle rotte del parco, ci travolga e ci butti a terra. Di sicuro non lo farà con cattiveria ma solo perché ha la grazia di…un cinghiale, appunto. Discorso diverso vale per i cani. Se un cinghiale viene infastidito da un cane che tenta solo di familiarizzare o giocare, il selvatico potrebbe non gradirne la vicinanza e aggredirlo con conseguenze anche mortali. Le difese del cinghiale sono infatti armi micidiali.

Cosa mangia il cinghiale?

Da un punto di vista della dieta il cinghiale è molto simile a noi: infatti è onnivoro e si nutre di un’ampia gamma di alimenti che vanno dai bulbi dei fiori ai lombrichi (ecco perché grufola nel terreno), ma può mangiare animali morti o ghiande o addirittura predare uova e piccoli uccelli che fanno il nido a terra. 

Non amano le patate! Anche questo è un mito, infatti il cinghiale spesso “ara” i campi coltivati per cercare gli insetti che ci sono nel letame ma non assaggerà i tuberi delle patate. Il grufolare, che in certe condizioni è benefico per la foresta perché prepara il terreno alla germinazione delle piante, è però causa di conflitti con i contadini di tutto il Piemonte e non solo.

I danni prodotti dai cinghiali sulle colture ammontavano nel 2019 a poco più di 2 milioni e mezzo di euro nel solo territorio della  città metropolitana di Torino.

Storia del cinghiale

La specie cinghiale si è estinta in Piemonte nel corso del XIX° secolo (alcuni naturalisti lo davano rarissimo già nella prima metà dell’’800). La ricolonizzazione è avvenuta a partire dal primo dopoguerra grazie a cinghiali provenienti dalla Francia che sfuggivano dalla caccia massiccia a cui erano sottoposti.

Dagli anni ’60 del novecento, con l’abbandono delle montagne, il cinghiale comincia la sua espansione, accelerata nel corso degli anni ’80 a causa anche delle immissioni a scopo venatorio di cinghiali provenienti dall’est Europa (più grandi dei nostri) e con individui incrociati con animali domestici (più prolifici). Oggi il cinghiale è dovunque, sono note le cronache di cinghiali che condividono la spiaggia ed il mare con i turisti o le “bande” di cinghiali che scorazzano nelle nostre città andando a nutrirsi dei resti di cibo nei rifiuti. 

Il cinghiale a Stupinigi

Per quanto riguarda il parco di Stupinigi il cinghiale è stato preda ambita durante le cacce dei Savoia; si è poi estinto ed è ricomparso dapprima sporadicamente a partire dal 1980 e poi in modo stabile dalla fine degli anni ’80.

Oggi la sua presenza è altalenante con concentrazioni nel periodo che va da settembre (quando comincia il periodo venatorio) ad aprile; segue poi una fase di dispersione. I numeri non sono mai eccessivi anche se sono avvenute osservazioni di gruppi di 15 individui; nonostante questo i danni sono comunque percepiti dai contadini che operano nel parco.

Peste suina: cosa dobbiamo sapere?

Per terminare questo intervento vorremmo spendere due parole circa la peste suina che al momento in cui scriviamo fa notizia sui quotidiani piemontesi. Questa infezione colpisce esclusivamente i suidi (maiali e cinghiali) ed è per loro letale. Si diffonde in modo rapido ed ha un decorso molto veloce, portando gli animali alla morte in una decina di giorni. NON è pericolosa per l’uomo e per animali che non siano suidi, quindi si può fruire tranquillamente del parco senza timore. Questa malattia però ci può insegnare qualcosa circa il nostro comportamento nei confronti della natura. La peste suina può infatti diffondersi a partire da carne di maiale o cinghiale cruda e infetta: ciò vuol dire che anche parti di un panino al salame possono essere un rischio potenziale di infezione; se il salame contenente il virus  viene mangiato da  un cinghiale, questo si infetta e comincia a diffondere la malattia.

ARTICOLO CURATO DA:

Guardiaparco Ente di gestione delle aree protette dei Parchi Reali Sede Operativa di Stupinigi

Viale Torino 4 Fraz. Stupinigi – 10042 Nichelino (TO), tel/fax 011 3587575 cell. 331 6670087

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