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Abbandoni estivi: una piaga da 100 mila casi l’anno.

Si stima che ogni anno, in Italia, siano abbandonati una media di 80.000 gatti e 50.000 cani, più dell’80% dei quali rischia di morire in incidenti o di stenti o a causa di maltrattamenti.

Le punte massime di animali abbandonati si registrano, ovviamente, nel periodo estivo.


Ma, come si potrebbe pensare, non sono le vacanze estive l’unica causa di abbandono.

Si stima, per esempio, che oltre il 30% dei cani venga abbandonato subito dopo l’apertura della stagione venatoria perché non risulta essere bravo a cacciare.

Oltre alle conseguenze nefaste per gli animali abbandonati, tale comportamento genera conseguenze molto negative anche per gli esseri umani.

Si pensi al randagismo, che causa, a sua volta, sovraffollamento all’interno dei canili mantenuti con i soldi di tutti i contribuenti, si pensi anche agli incidenti stradali causati dagli animali impauriti che possono avere conseguenze per l’uomo anche mortali.

Abbandonare un animale, oltre ad essere un gesto eticamente censurabile ed immorale, è anche un reato punito dalla legge italiana all’art. 727 c.p., il quale prevede che chiunque abbandoni un animale domestico o che abbia acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino a un anno o con ammenda fino a € 10.000,00.

L’abbandono si configura, quindi, quando l’animale viene lasciato solo da chi ne è proprietario o lo abbia in custodia a qualsiasi titolo, anche gratuito e/o temporaneo.

Anche la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale, sottoscritta nel 1978 presso la sede dell’Unesco a Parigi, condanna l’abbandono definendolo “atto crudele e degradante”.

Inoltre, il Ministero della Salute italiano ha sottolineato che chi abbandona un cane non solo commette il reato di cui all’art. 727 c.p., ma potrebbe rendersi responsabile di omicidio colposo quando gli animali abbandonati provocassero incidenti stradali mortali, ovvero, responsabili di lesioni quando provocassero incidenti stradali con feriti.

La Corte di Cassazione, in una sentenza del 2011 (n. 18892/2011), ha precisato che integra il reato di abbandono di animali non solo il distacco volontario dell’animale, ma anche la sola trascuratezza o disinteresse o mancanza di attenzioni verso quest’ultimo.

Questa sentenza è molto importante perché include nella nozione di “abbandono”, che quindi viene ampliata, anche quei comportamenti colposi improntati ad indifferenza o inerzia nell’immediata ricerca dell’animale.

L’abbandono, peraltro, non riguarda solo cani e gatti, ma di recente ha colpito sensibilmente anche specie esotiche; molti rettili, per esempio, vengono abbandonati in giardini e parchi pubblici o nei corsi d’acqua, causando conseguenze molto negative alla fauna selvatica locale.


Cosa puoi fare tu?

  • Innanzitutto, prendere un animale solo se si è coscienti delle conseguenze che questa scelta comporta.
  • Avere un animale è una gioia e un’esperienza meravigliosa, ma richiede anche qualche sacrificio e delle responsabilità perché ci si fa carico della vita di un altro soggetto.
  • Evitare, inoltre, di regalare animali a persone che non abbiano espressamente manifestato la volontà e il desiderio di volerne adottare uno.

Infine, se si è spettatori di un abbandono, segnalare l’episodio immediatamente alle forze dell’ordine e, ove possibile, soccorrere l’animale.

Avv. Francesca Mandarini

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