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Guida essenziale alla scelta del cane più adatto a noi

La rubrica di Nichelino Bestiale dedicata alla scelta consapevole di un cane

Prima puntata

La “voglia di cucciolo” ci assale?

Abbiamo capito che un cane potrà donarci emozioni uniche?

Pensiamo che liberare un quattro zampe dalla gabbia del canile sia un dovere morale?

Che il desiderio di prendere un cane nasca da queste o da altre motivazioni poco importa: ciò che conta è sceglierlo usando anche il cervello, non soltanto il cuore.

Perché i cani non sono tutti uguali ed è importante cercare di individuare quello più adatto a noi e al nostro stile di vita, per il benessere e la serenità di tutti, cane in primis.

Per farlo, è necessario sapere parecchie cose e ne parleremo in questa serie di articoli che inizia proprio con quello che state leggendo e che proseguirà, una volta al mese, con altri dedicati alle principali tipologie di cane e altri argomenti importanti.

Il tempo è la cosa che più conta

Un sereno futuro cinofilo comincia quando il cane ancora non c’è.

Vale a dire che la prima cosa da fare, se si decide di prendere un cane, è chiedersi con la massima onestà quanto tempo (e non quanto spazio) potremo dedicare al nostro nuovo compagno di strada; oggi, domani e per tutta la sua vita, che in media supera i dieci-dodici anni e può arrivare anche intorno ai venti.

Secondo la risposta che ci daremo, dovremo cominciare a operare una prima e netta scrematura tra le centinaia di razze di cani esistenti sulla base della seguente osservazione: gli esemplari di razze “da lavoro” (cani da pastore, da caccia, da guardia e difesa, che sono la maggioranza), per vivere sereni devono svolgere regolarmente qualche attività che li impegni fisicamente e mentalmente; i cani “da compagnia“, che assommano a poche razze in realtà, richiedono invece un impegno inferiore, perché non sono stati selezionati per lavorare, ma ciò non ne fa comunque dei “soprammobili” e anche la loro serenità dipende dall’opportunità di correre, giocare, interagire regolarmente con noi e con altri rappresentanti della specie canina, e di essere educati a vivere serenamente nel nostro mondo.

In sintesi, nessun cane può essere sereno se non abbiamo tempo da dedicargli e il “minimo sindacale” è di 5 ore al giorno, equamente distribuite e ben utilizzate (vedremo come negli articoli futuri).

Sì ma i meticci?

Se per i cani di razza abbiamo maggiori informazioni circa comportamento ed esigenze principali, per i meticci il discorso può essere più complesso, vista la difficoltà di individuarne i caratteri morfologici prevalenti, soprattutto da cuccioli, e da questi cercare di dedurre attitudini e comportamento.

Ma che il cane sia di una determinata razza oppure il misterioso risultato di secolari alchimie genetiche, la disponibilità di tempo e la voglia di impiegarlo in passeggiate, educazione, giochi all’aria aperta e/o attività cinofilo-sportive è comunque il criterio determinante nella scelta, molto più delle considerazioni sull’ampiezza della casa.

Se ha le necessarie opportunità di sfogo, anche il cane da lavoro più “spinto” o l’amico senza pedigree più scatenato una volta soddisfatte le sue esigenze etologiche e scaricata la giusta quantità di energia psicofisica sarà tranquillo e sereno, anche in un minuscolo monolocale.

Cani e solitudine non vanno d’accordo

Per quanto spiaccia dirlo, nel caso in cui tutti i membri della famiglia lavorino a tempo pieno e lontano da casa, sarebbe meglio rinunciare a prendere un cane, di qualsiasi tipo, perché per 9-10 ore al giorno, cinque giorni su sette, rimarrebbe solo: il cane, ricordiamolo sempre, è un animale sociale, per la precisione un predatore sociale che vive stabilmente in branchi, sviluppa solide relazioni affettive, ha compiti da svolgere e rituali sociali da rispettare.

Una vita trascorsa essenzialmente in solitudine, quindi, sarebbe un’ingiustizia, oltre che una condizione innaturale che causa sofferenza e problemi comportamentali gravissimi.

E checché se ne dica, avere un giardino a disposizione non allevia la sofferenza derivante dalla solitudine: nessun cane può interagire con un albero, giocare con il gazebo o dimostrare affetto verso i fili d’erba. Per fortuna, ci sono soluzioni valide per non lasciare solo il cane troppo a lungo: parenti e amici che possano occuparsene, cosa gratuita, oppure i dog sitter e gli asili per cani (purché entrambi qualificati). Questi ultimi implicano una spesa, ovviamente, e bisogna tenerne conto prima di prendere il cane, non dopo.

I cani sono quasi tutti degli “specialisti”

Una formula matematica che stabilisca con precisione quale cane sia adatto a un determinato tipo di persona o famiglia ovviamente non esiste. Disponiamo però, per fortuna, di un’ampia documentazione relativa a tutte le razze canine esistenti; libri, riviste specializzate, siti Internet, esposizioni di bellezza, competizioni cinofilo-sportive eccetera sono tutte fonti utili per individuare le principali caratteristiche delle varie razze che, è fondamentale tenerlo a mente, sono state tutte selezionate nel corso dei secoli per compiti ben precisi: ausilio nella caccia, guardia della proprietà e difesa delle persone, sorveglianza, protezione e conduzione di greggi e mandrie, traino di slitte e carretti, combattimento con altri animali, eliminazione di roditori, compagnia, per citare solo le specializzazioni più diffuse.

Specializzazioni e comportamento

Questa selezione mirata a creare cani specializzati in svariati compiti è arrivata talmente a fondo da modificare aspetto esteriore e struttura (morfologia), qualità psicofisiche e inclinazioni caratteriali di tutte le razze, cui corrispondono necessariamente anche significative differenze nel comportamento.

Per esempio, è molto probabile che un molossoide puro, come un Mastino Napoletano o un Bulldog, dimostri scarsa tendenza alla mobilità associata a un’elevata territorialità (cioè la strenua difesa del territorio in cui vive, la cosiddetta “guardia”), l’esatto contrario del comportamento normalmente messo in mostra dai cani nordici (come il Siberian Husky); un tipico cane da gregge, come il Border Collie o l’Australian Shepherd, tenderà istintivamente a un movimento incessante e a “radunare” tutto ciò che si muove intorno a lui, compresi veicoli e persone, cosa che non verrebbe mai in mente a un cane da caccia come il Bracco Italiano o il Setter Inglese, che però si dimostreranno assai determinati a battere campi, parchi e giardini in cerca di selvaggina!

La “memoria di razza”

Il discorso sulle specializzazioni dei cani di razza serve a  sottolineare che, oltre all’aspetto estetico (molto importante per noi bipedi che usiamo la vista come senso primario), bisogna sempre mettere in conto soprattutto ciò che non si vede ma che sempre c’è: la “memoria di razza”, cioè la specializzazione di cui sopra.

Informarsi a fondo su storia, attitudini naturali ed esigenze etologiche del cane che più ci attira è quindi il secondo passaggio fondamentale verso una serena convivenza futura. Ed è proprio in questo che vogliamo aiutarvi con il lavoro di Nichelino Bestiale

E se scopriamo che le attitudini della razza che ci piace esteticamente non si conciliano con le nostre possibilità, per mille ragioni, dobbiamo cambiare razza, altrimenti rischiamo seriamente di avere un cane frustrato, annoiato, sottostimolato, difficile da gestire. Per dirlo con una parola sola: infelice.

Non perdere il prossimo articolo di Nichelino Bestiale e condividi più che puoi!

RICORDA CHE A NICHELINO ESISTE UN UN UFFICIO CHE TUTELA IL BENESSERE ANIMALE, IN CASO DI NECESSITA’ SCRIVI A:

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Articolo scritto per Nichelino Bestiale da Andrea Comini
Educatore e istruttore cinofilo fisc da oltre vent’anni, consulente sui problemi comportamentali, si è formato con Carlo Marzoli, Inki Sjosten, David Appleby, Roger Abrantes, Joel Dehasse. Studioso di etologia del cane e del lupo, docente in diversi corsi di formazione per educatori. Giornalista professionista.

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